Equilibrio é….

Dal latino “aequus” che vul dire uguale

e da “librus” che significa bilancia

(in inglese equilibrio si dice balance)

Definizione: “Stato di riposo di un corpo sollecitato da diverse forze che si annullano”.

  • Posizione stabile del corpo umano.
  • Psicologicamente ciò implica ponderazione, calma, buon funzionamento dell’attività mentale, una mente ben equilibrata.

Equilibrio implica dunque stabilità, riposo, assenza di movimenti e di tensioni.

Equilibrio richiama l’idea quindi uno stato di armonia, di stabilità e di ponderazione, che possiamo applicare tanto al fisico quanto alla psiche.

Per esercitare il nostro equilibrio fisico e mentale lo Yoga ci viene in aiuto con gli asana: in modo concreto siamo spinti a trovare il nostro centro, lì dove gli opposti si annullano, dove non c’è giudizio. Contattiamo il nostro centro immobile, immutabile, la nostra fonte interna, l’Infinito che è racchiuso in noi.

Le posizioni di EQUILIBRIO hanno una grande virtù: aiutano la mente a pulirsi dal chiacchierio continuo dei pensieri molesti e ridondanti e la rigenerano, creando uno spazio di quiete in cui la mente si può riposare.

Infatti gli asana, le posizioni, ci connettono al momento presente, al “qui ed ora”, a quel luogo dove esiste solo il respiro. Ci avvicina così alla vera natura della nostra mente, cioè una natura sattwica, leggera, chiara, luminosa.

Un concetto fondamentale legato alle posizioni di Equilibrio è il Drishti, checonsiste nel portare lo sguardo su un punto per tutta la durata della tenuta della posizione. In questo modo la mente si focalizza, si concentra e si tuffa nel momento presente.

Il corpo così trova stabilità e radicamento…ed ecco che l’Asana diventa sthira (stabile) e sukham (comoda).

“sthira-sukham-āsanam” Yoga Sutra (II,46)

Patanjali scrive: “la postura (asanam) deve essere stabile (sthira) e confortevole (sukham)”.

Quindi in una postura dobbiamo sentirci radicati, stabili, solidi, in EQUILIBRIO appunto, per permettere alla mente di rilassarsi e poter entrare in quello stato meditativo a cui tende la pratica yoga.

Allora proviamo a sperimentare l’Equilibrio sulle dita dei piedi

Dopo aver assunto la posizione di Samasthiti equilibrio su due piedi –

(conosciuta anche come Tadasana – posizione della montagna) e dunque una posizione in cui il corpo è nella posizione corretta senza tensione e stabile, quindi in equilibrio, si sale sulla punta dei piedi per fare diversi movimenti con le braccia.

Quando ci si solleva sulla punta dei piedi, l’appoggio è sul primo e secondo dito, praticamente nullo sulle altre dita.

I piedi restano ben paralleli e si toccano con il bordo interno. Si sale il più in alto possibile estendendo bene la faccia anteriore della caviglia e si ridiscende lentamente sui talloni.

La salita, che implica un’apertura del corpo, sarà fatta durante un’inspirazione, e la discesa con un’espirazione.

Durante tutto il movimento, il bacino mantiene la sua posizione orizzontale, impedendogli di inclinarsi in avanti. Cosa che si avrà tendenza a fare ma che accentuerebbe la curva lordotica lombare rischiando di perdere l’equilibrio. Quindi si mantengono le gambe ben tese e si contraggono i glutei e gli addominali. Restando questi muscoli corti impediscono al bacino di muoversi e lo mantengono nella posizione adeguata (pube verso l’alto e coccige verso il basso).

Fissare con lo sguardo un punto immobile davanti a sé è un aiuto efficace.

La  PALMA (utthita – tādāsana)

Gli occhi aperti si posano su un punto fisso. I piedi sono paralleli, leggermente divaricati (della larghezza di un piede).

Inspirazione

  • Le braccia si sollevano lentamente, al di sopra della testa fino a che le palme delle mani si tocchino, a freccia.
  • Allo stesso tempo i talloni si sollevano.
  • A fini inspirazione e durante l’arresto dei polmoni pieni, la colonna vertebrale è allungata, la testa diritta. Si tratta di un equilibrio sulle dita dei piedi.

Espirazione

  • Accompagna la discesa delle braccia e dei talloni.
  • Ed essendo per questi ultimi molto corto il tragitto da percorrere, viene sollecitata l’attenzione per coordinare il respiro sul movimento.

Se vi è una difficoltà nell’esecuzione di questa variante (mantenere l’equilibrio sulle dita dei piedi, tendenza di portare in avanti il piede, ricaduta dei talloni, respirazione irregolare) sarà importante scegliere delle varianti di equilibrio statico semplice. E sarà necessario l’allenamento progressivo dei muscoli del piede, della caviglia e del polpaccio.

Varianti della PALMA

  1. Portarsi sulla punta dei piedi allargando le braccia lateralmente portandole all’altezza delle spalle parallele a terra con il palmi delle mani rivolto verso l’alto. ( figura 1a)
  • Portarsi sulla punta dei piedi sollevando in avanti le braccia fino all’altezza delle spalle parallele a terra con il palmo delle mani rivolto verso il basso. (figura 2a)
  • Portare le braccia incrociate dietro la nuca e poi portarsi sulla punta dei piedi. (figura 3a)
1a
2a
3a

Queste posizioni possono essere eseguite

  • in forma dinamica: portando le braccia in posizione mentre si sale sulla punta dei piedi nell’inspirazione e poi nell’espirazione si riportano braccia e i talloni a terra l’espirazione.
  • in forma statica: assumendo la posizione sulla punta dei piedi con l’inspirazione e restare in posizione per 3 -4 respiri completi, per poi  scendere in espirazione.

In punta di piedi il fulcro è il metatarso, la resistenza è il peso del corpo e le dita dei piedi leva vantaggiosa, la potenza è il muscolo del polpaccio e si applica attraverso il tendine d’Achille.

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