Equilibrio posturale su due piedi

La postura verticale in equilibrio sui due piedi è la rappresentazione della posizione adeguata del corpo nella verticalità.

Samasthiti – equilibrio su due piedi

  • da Stha = tenersi in piedi stabilmente
  • sa Sama = uguale

è dunque una posizione in cui il corpo è nella posizione corretta, uguale, senza movimento, senza tensione e stabile, quindi in equilibrio.

Questo Asana o posizione è conosciuto anche come TADASANA – posizione della montagna , in particolare nella posizione dell’appoggio su tutta la pianta dei piedi. [Più avanti potremo comprendere quale diversità ci sono nelle due posizioni].

Come Posizionarsi

I piedi sono paralleli, leggermente separati l’uno dall’altro di circa tre dita e il loro appoggio sarà su tutta la pianta del piede, le dita ben distese e rilassate, mettendo un po’ più di peso sui talloni, e soprattutto il bordo esterno del piede, impedendo così all’arcata plantare interna di schiacciarsi passivamente al suolo.

Gli arti inferiori saranno tonici, senza tensioni e il bacino conserverà una posizione orizzontale, vale a dire che non sarà troppo inclinato, né in avanti, né all’indietro. Per ottenere questa orizzontalità, sarà necessario contrarre leggermente i glutei posteriormente e i muscoli addominali anteriormente. (abbiamo così definito la statica pelvica).

La posizione adeguata della testa e del collo. E’ auspicabile mantenere costantemente una nuca allungata in linea prolungata con il dorso. Per fare ciò in primo empo si contraggono i muscoli anteriori del collo, in modo di riportare il mento presso lo sterno. In un secondo tempo si aumenterà la tonicità dei muscoli posteriori della nuca. Ciò avrà come effetto di ridurre la lordosi e riportare la testa leggermente all’indietro, come se la sommità del cranio volesse avvicinarsi al soffitto.

A livello muscolare, anche se l‘equilibrio su i due piedi è relativamente facile, si producono sempre delle leggere oscillazioni del corpo. Il tono muscolare resta costantemente in azione per raggiungere incessantemente l’equilibrio.

Le informazioni di eventuale squilibrio ci vengono da elementi sensoriali detti propriocettori. Questi elementi ,sensibili alla pressione, informano il sistema nervoso della necessità di adeguamento.

Questo che abbiamo visto è l’equilibrio statico,

Sarà più difficile mantenere la stabilità in situazioni meno stabili, come per esempio sulla punta dei piedi o anche su un piede solo.

Benefici delle posture di Equilibrio

La pratica delle posizioni di equilibrio esige una perfetta padronanza dei muscoli posturali e il mantenimento al loro livello di tono adeguato e modulato.

Quindi gli elementi muscolari e articolari che entrano in gioco nelle posizioni di equilibrio vengono strutturati meglio e in maniera durevole. Ricordiamo i principali: i muscoli dell’arcata plantare, del polpaccio, della nuca e di tutti i muscoli posturali ( muscoli posteriori del tronco e del bacino, muscoli posteriori degli arti inferiori e anche muscoli anteriori delle cosce).

Si mantiene una buona strutturazione del sistema nervoso , che permette il riconoscimento e il migliore utilizzo possibile dello spazio in cui ci evolviamo.

Una delle caratteristiche dell’invecchiamento fisiologico (escludendo le patologie neurologiche frequenti in età avanzata) è la perdita frequente del senso di orientamento spaziale che conduce alla perdita di equilibrio più elementare. Possiamo osservare come le persone anziane frequentemente camminano con esitazione e allargando le gambe per ingrandire opportunamente il loro poligono di sostegno.

In stazione eretta la base di appoggio è data dal poligono di forma trapezoidale costituito dal profilo laterale dei piedi e dalle due linee che uniscono rispettivamente la parte anteriore e posteriore dei piedi

Quindi si pensa che le posizioni di equilibrio ci permettano di conservare una buona integrazione cerebro-cerebellare.

Concetrazione

Per tenere una postura di equilibrio è necessaria una attenzione senza incrinature e una grande concentrazione. Infatti ogni distrazione provoca immancabilmente la perdita di equilibrio.

Questa attenzione a ciò che è, con l’esclusione di ogni altra preoccupazione, ha delle evidenti ripercussioni sul comportamento in generale. Predisponendoci a vivere intensamente il qui e ora e a compiere ogni gesto e ogni azione con la stessa qualità di concentrazione.

Le difficoltà di queste posture fa si che gli insuccessi siano frequenti. Si ricade molto spesso nel proprio equilibrio, o anche lo si mantiene maldestramente, in modo instabile. In breve non ci si riesce bene e si rimane insoddisfatti.

E’ proprio allora che si dovrebbe lasciare da parte il proprio piccolo “io” che avrebbe la tendenza a colpevolizzarsi, a paragonarsi a quelli che riescono più facilmente. Invece è auspicabile abbandonare ogni spirito di competizione tanto verso se stessi che verso gli altri. Si mantiene così tutta la nostra forza di determinazione per arrivare progressivamente al fine cercato.

Controindicazioni:

  • Una lesione del sistema nervoso centrale (per esempio, morbo di Parkinson o lesione del cervelletto) i cui i tremiti e la mancanza di ordinazione rendono impossibile questo tipo di posture.
  • I piedi deformati sono un ostacolo importante. Un sostegno permette quanto meno un approccio più gratificante. Il supporto di una mano appoggiata al muro evita il blocco della respirazione legato al senso di insicurezza, e l’attenzione può essere rivolta al piede, valutando così la sua capacità a sorreggere il peso del corpo.
  • Una grande agitazione nervosa può rendere temporaneamente troppo difficili queste posizioni.

Quale ENERGIA nelle posizioni di Equilibrio?

Se le posizioni capovolte agiscono principalmente sul fuoco digestivo e sul canale della sushumnā, con l’energia che si muove da mūlādhra verso shahastāra, le posture in equilibrio agiscono sul chakra cardiaco – anāhata , alimentandolo di un’energia cosmica attinta alla fonte.

Nelle posizioni di equilibrio sui piedi , dal punto di vista energetico , condurremo l’energia nei meridiani delle braccia e delle gambe per tonificare. Abbiamo la possibilità di far discendere in anāhata l’energia proveniente dalle sfere superiori.

Preparazione mentale alle posizioni di equilibrio

Come d’abitudine per ogni pratica di yoga converrà cominciare col distendere e rilassare.

Grazie alla respirazione cosciente, dirigendo l’attenzione nel ventre, ci si interiorizza facilmente per prendere coscienza di una respirazione addominale e ricentrarsi con maggiore precisione nella regione dietro l’ombelico, dove si colloca il centro di gravità del corpo di carne e nel corpo energetico, il chakra manipūra. Grazie alla ripetizione si otterrà la registrazione nella memoria sensoriale di questo centro di gravità del corpo, il quale svolge un ruolo primario nell’equilibrio . Per evitare distrazione all’inizio questo esercizio sarà fatto ad occhi chiusi.

Nello stesso modo si interiorizzerà prima portando l’attenzione nella testa per prendere coscienza dell’ambiente frontale e poi di ajňā chakra. Questo centro si colloca a due dita dietro il centro della fronte. Importante esercitarsi da prima ad occhi chiusi, poi ad occhi aperti per sviluppare la vigilanza e la padronanza . Ad occhi aperti allenarsi a concentrarsi simultaneamente su ajňā e su manipūra.

Quando questa doppia concentrazione sarà stata assimilata vi si aggiungerà una respirazione cosciente. Questo alimenterà di energia questi due centri interessati e rinforzerà l’equilibrio.

Preparazione fisica alle posizioni di equilibrio

In posizione eretta con i piedi leggermente divaricati. Abbassare lentamente le palpebre portando la coscienza all’addome, dietro l’ombelico e nella testa, dietro la fronte..

Mantenere questa duplice concentrazione e respirare coscientemente utilizzando il movimento dello sguardo interiore, muovendo la consapevolezza dalla sommità della testa alla pianta dei piedi.

Ottenuta la calma e realizzato il rilassamento del corpo, prendere coscienza dell’impatto dei piedi con il suolo.

Decontrarre allora i polpacci e le cosce.

Mettere il bacino in posizione di retroversione.

Erigere il busto verticalmente e lasciare pendere le braccia rilassate ai lati.

Terminare mettendo la testa in asse con il corpo, con un leggera retroversione del mento, per perfezionare la verticalità del corpo.

Conservando il corpo diritto, senza piegarsi alla cintura, inclinarsi verso l’avanti portando il peso del corpo sulle dita dei due piedi. Poi verso il dietro prendendo appoggio sui talloni.

Rifare diverse volte questo movimento fino ad ottenere la naturalezza dell’equilibrio.

Sempre con il copro diritto, portare successivamente il peso del corpo sul bordo esterno del piede sinistro, poi sul bordo esterno del piede destro. Ripetere per ottenere la facilità.

Restare per qualche minuto in posizione statica con il corpo diritto a piombo, rilassato in uno stato di facilità e stabilità.

Da questa posizione si procede ad eseguire tutte le posizioni di equilibrio sia sulla punta dei piedi che su un solo piede.

Preparazione alle posizioni di Equilibrio

Il PALO

I piedi sono paralleli, leggermente divaricati (della larghezza di un piede). La colonna vertebrale è diritta, le braccia sono tese in avanti, all’altezza delle spalle, palme giunte, testa bassa.

Inspirazione

  • Apertura delle braccia e avanzamento del peso del corpo verso le dita dei piedi (senza sollevare i talloni), il punto di oscillazione è collocato a livello delle caviglie.
  • L’inspirazione continua mentre le braccia vengono tirate indietro e le scapole si stringono. La testa si solleva dolcemente.
  • Alla fine dell’inspirazione e durante la ritenzione a polmoni pieni, il corpo è in apertura, con il peso situato sulle dita dei piedi.

Espirazione

  • La testa ritorna in avanti, le braccia si chiudono, il peso del corpo è riportato sui talloni.

Il movimento è ripetuto quattro o cinque volte.

L’oscillazione è un ritmo inscritto profondamente nel corpo. Lo spostamento del peso del corpo dalle dita ai talloni permette di prendere coscienza dell’articolazione delle caviglie e di collegarsi alle piante dei piedi.

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